BRAMAFAM l’antico castello di Aosta medievale

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Nel Medioevo il Castello Bramafam fu l'importante residenza di rappresentanza dei Visconti Challant di Aosta. Un luogo suggestivo situato in un quartiere ricco di storia e testimonianze millenarie

UNA VISITA INSOLITA

Vi è un luogo poco conosciuto della città di Aosta, seppur entro le antiche mura romane, che corrisponde ad un’insula meridionale 59 dell’antica Augusta Praetoria.
Un quartiere popolare risalente alla fine del I° secolo d.C. all’interno del quale gli scavi archeologici hanno riportato alla luce importanti testimonianze millenarie di attività commerciali e di vita quotidiana. Un “Termopolium” la cui ricostruzione è visitabile presso il Museo archeologico regionale ed altre strutture del tessuto urbano, parti di muri perimetrali di insule romane, marciapiedi e cardi (vie) minori.

CULTI E RITUALI ROMANI

E’ proprio in questo luogo, a sud della cinta muraria, in posizione angolare che sorgeva una delle 4 porte urbiche della città, denominata Porta Principalis dextera, la quale dava accesso esterno alla campagna ed al fiume Dora Baltea.

In questo punto si realizzò nel corso del tempo, alla base della Porta, un Tempio sotterraneo dedicato al Dio Mitra, all’interno del quale si radunavano i pretoriani (soldati romani) per venerare questa potente divinità solare di culto soprattutto militare.

Un altare votivo e alcune statuette mitraiche in bronzo sono infatti fra i ritrovamenti conservati oggi presso il museo della città.

“Salassi incolae…”

Altra scoperta storica eccezionale riguarda la popolazione pre-romana dei Salassi, antichi abitanti della Valle d’Aosta di cui si conservano pochissime testimonianze e quasi nessuna fonte scritta.
Nel 1894 venne rinvenuto nelle fondamenta della torrre medievale, un blocco di reimpiego in arenaria sul quale, incisa in lingua latina era la frase: “Salassi incolae qui inizio se Colonna Contulerunt” a testimonianza dell’avvenuta sottomissione ai potenti romani conquistatori nel 23 a. C.

 

IL CASTELO detto  “Tour Bramafam”

Nel Medioevo, l’intera struttura romana venne modificata per poter ospitare un Castello.
I potenti visconti Challant di Aosta, costruirono sulle rovine di una delle torri romane la loro nuova residenza, attorno al 1181 quale sede di rappresentanza del potente casato. La dimora era allora conosciuta con l’appellativo “Porta Beatrix“.
L’antica costruzione fu sede nel corso del tempo, anche del granaio pubblico, del tribunale e del Balivo.
Alla fine del 1200, rinunciando alla carica viscontile il castello passò ai Savoia. La dimora venne contesa in seguito da diverse famiglie con molti passaggi di propietà perdendo così la sua importanza rappresentativa e riducendosi all’abbandono agli inizi del 1700.

Struttura del castello

Pur essendo visitabile unicamente dall’esterno per ragioni strutturali, il castello di Bramafam, merita di essere visto!
La sua struttura è stupefacente ed il luogo molto suggestivo.

Più stili architettonici sopravvivono sovarapposti gli uni sugli altri.
Un’architettura monoblocco a pianta quadrata, alla cui base sono ancora visibili i muri romani. La decorazione esterna a spina di pesce è intervallata dal belle bifore romaniche.
Due gli ingressi sopraelevati del bastione, a est e a ovest un tempo muniti di ponti levatoi.
La torre angolare fu riedificata in forma circolare dopo il 1253 e si presenta come un donjon di m. 9,60 di diametro per un’altezza di 25 metri.

 

 Alcune LEGGENDE del castello

Circa la denominazione di “Tour Bramafam” e di “Tour Béatrix” non vi sono certezze ma pure leggende che si sono tramandate nei secoli.
Si pensa infatti che il termine “Bramafam” significasse bramare fame, in un momento in cui la forte carestia portò nel luogo la gente affamata a chiedere il pane presso il granaio pubblico.

Un’altra ipotesi del bramare fame è la leggenda circa le terribili urla di sofferenza per la fame della moglie di un potente signore, rinchiusa per giorni nella torre del castello e lasciata morire di stenti.
Ancor più si pensa alla torre come dedica a Beatrice di Ginevra, moglie di Gotofredo di Challant. L’potesi tuttavia non trova riscontro in quanto il matrimonio avvenne circa 40 anni dopo la citazione del toponimo.

 

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